Come ho risparmiato 2.200€ grazie al fondo pensione

Come ho risparmiato 2.200€ grazie al fondo pensione

Come ho risparmiato € 2.200 grazie al fondo pensione

Estate: non solo periodo di vacanze, ma anche di dichiarazione dei redditi, esperienza spesso molto meno piacevole, soprattutto per chi durante l’anno precedente ha incassato bonus, fatto tanti extra o ha diversi tipi di redditi da sommare. Avendo la partita IVA, conosco bene la spiacevole sensazione di dover restituire grosse somme di denaro allo Stato sotto forma di tasse. Ogni anno è sempre un grosso dispiacere separarmi da una fetta di quei guadagni frutto di tante ore di intenso lavoro. A fine luglio compilo il mio F24 e poi parto per le vacanze molto “leggera” (nel senso che il mio conto corrente si è alleggerito!!)!

La buona notizia è che ogni anno riesco a risparmiare 2.200€!

Esiste infatti un modo per pagare meno tasse (se come me hai la partita IVA) oppure di avere rimborsi direttamente in busta paga (se sei dipendente).

Come?

Con il fondo pensione!

Cos’è il fondo pensione?

Si tratta di un tipo di previdenza, detta complementare, perché integra quella obbligatoria dell’INPS o della cassa di riferimento. Se aderisci alla previdenza complementare significa che durante la tua vita lavorativa accantoni regolarmente una parte di risparmi, con l’obiettivo di disporre di una pensione aggiuntiva rispetto a quella corrisposta dalla previdenza obbligatoria e quindi ambire ad un miglior tenore di vita futuro, oltre a beneficiare di un importante risparmio fiscale.

Perché è importante avere un fondo pensione?

Perché tutti ormai sappiamo che dovremo lavorare fino ad età avanzata, con pensioni molto più basse rispetto a quelle dei nostri genitori.

Con il progressivo aumento della vita media ed il rallentamento della crescita economica, in Italia le regole di determinazione delle pensioni sono state riviste, con lo scopo di mantenere sostenibili i conti pubblici.

Chi può aderire al fondo pensione?

Se sei un lavoratore dipendente, puoi aderire. Verifica se il tuo contratto collettivo prevede il contributo del datore di lavoro ad un fondo pensione di riferimento, in modo da capire su che tipo di soluzione orientarti.
Inoltre, entro 6 mesi dall’assunzione, devi decidere se lasciare il TFR in azienda o destinarlo alla previdenza complementare.
La tua posizione di previdenza complementare potrà essere composta da:
Contribuiti Aderente + Contributi Datore di Lavoro + TFR
Se sei un lavoratore autonomo o un libero professionista, la posizione di previdenza complementare sarà determinata esclusivamente dai contributi volontari che deciderai di versare.
Anche i familiari fiscalmente a carico possono essere iscritti alla previdenza complementare. Ad esempio, puoi versare contributi per i tuoi figli a carico e beneficiare della deducibilità fiscale di cui hai complessivamente diritto (sempre fino al limite di 5.164€ all’anno totali).

Quanto è la deducibilità del fondo pensione?

  • puoi dedurre dal tuo reddito tutti i contributi versati sul fondo pensione nel corso dell’anno, fino ad un massimo di 5.164€ (in cui rientrano sia i contributi personali volontari che gli eventuali contributi a carico del datore di lavoro).
  • È possibile, ma non obbligatorio, destinare anche il TFR al fondo pensione, ma questo in ogni caso non fa computo per il calcolo del limite annuo.
  • È possibile dedurre anche i versamenti effettuati a favore di un familiare a carico (sempre con un limite totale di 5.164€).

Facciamo un esempio sui versamenti fatti in un anno per capire cosa si deduce e cosa no:

  • Contributi personali volontari: 2.500€
  • Contributi del datore di lavoro: 500€
  • Quota TFR: 1.600€
  • Contributi per figlio a carico: 2.000€

Deduco: 2.500+500+2000 = 5.000€

Quindi rientro nella soglia dei 5.164€ e deduco tutto quanto versato, perchè il TFR non fa computo.

Come funziona la deduzione?

La deduzione è un vero e proprio abbattimento del reddito imponibile, che dà origine ad un risparmio sotto forma di minori imposte IRPEF da pagare, ecco perché è così vantaggiosa!

Mi rendo conto che comprendere a fondo questo aspetto non è semplice, ma seguimi ancora, perchè tra poco ti sarà tutto più chiaro grazie ad un esempio molto chiaro.

Ipotizziamo che tu abbia un reddito annuo lordo di 40.000€: questo sarà utilizzato come base per l’applicazione delle aliquote IRPEF, che con la legge di bilancio 2023 sono state riviste e ridotte da 5 a 4.

Reddito lordo 2022: 40.000€

Versamenti nel fondo pensione nel 2022: 5.164€

Nuovo imponibile IRPEF: 34.836€

Questo vuol dire che tutti i 5.164€ sono esentasse e daranno origine ad un risparmio fiscale pari all’aliquota IRPEF più alta in cui ti trovi.

Vediamo i numeri in modo più preciso:

Tornando al nostro esempio, se il tuo imponibile annuo è di 40.000€, ti trovi nello scaglione del 35%, quindi se versi il massimo di 5.164€, avrai un risparmio fiscale di 1.807€. Non è male!

Ecco come pagare meno tasse grazie al fondo pensione!

Cosa devo fare per dedurre i contributi?

L’istituzione che gestisce il fondo pensione (sia una banca, un’assicurazione o un fondo di categoria), ogni anno al 31 dicembre chiude la gestione annuale e la primavera dell’anno successivo rilascia una certificazione con il totale dei contributi versati in quell’anno.

Ti sarà sufficiente portare quella certificazione al CAF o dal commercialista che ti prepara l’Unico o il 730. Se fai in autonomia la precompilata, dovresti trovare già i contributi caricati in un’apposita sezione, così come trovi già le spese sanitarie effettuate.

Come avviene il risparmio fiscale?

Senti il commercialista o il CAF per capire esattamente in quale situazione ti trovi, ma semplificando, in linea di massima le due situazioni tipiche sono le seguenti:

  • Se sei un dipendente avrai un rimborso in busta paga tramite il datore di lavoro che fa da sostituto d’imposta. Quindi se fai il 730 in primavera, nella busta paga di luglio o agosto troverai il tuo stipendio + i 1.807€ (riprendendo i numeri dell’esempio precedente).
  • Se sei un autonomo o libero professionista, pagherai meno tasse. Se ad esempio il totale IRPEF da pagare ammontava a 5.000€, dovrai pagarne solo 3.193 (=5.000 – 1.807).

Se aderisco ad un fondo pensione, poi sono obbligato a versare sempre?

Assolutamente no! Puoi attivare un piano d’accumulo mensile (come nel mio caso che verso 430€ fissi al mese) oppure fare uno o più versamenti nel corso dell’anno a seconda delle tue esigenze, ma in ogni caso puoi sempre sospendere (e poi eventualmente ripristinare) i contributi. Se non hai attivato i versamenti automatici, il tuo consulente finanziario o assicuratore dovrebbe ricordarti ogni anno a dicembre la possibilità di fare versamenti, in modo da ridurre l’imponibile per quell’anno.

Posso aderire se sono nel regime forfettario?

Se sei un lavoratore autonomo in regime forfettario, puoi aderire al fondo pensione, ma i contributi che versi non sono deducibili. Se decidi comunque di fare versamenti in assenza di benefici fiscali, ricordati di comunicare al fondo pensione che non hai dedotto i contributi versati, in modo da godere dell’esenzione fiscale al momento del pagamento delle prestazioni.

Ecco che il fondo pensione diventa uno strumento preziosissimo, che è importante conoscere.

Come vedi, il tema è molto corposo. Oggi abbiamo iniziato a sviscerarne gli aspetti fiscali e a capire chi può aderire, ma nei prossimi contenuti vedremo anche:

  • perchè è importante iniziare a versare da giovani
  • cosa fare col tuo TFR
  • quanto prenderai con la pensione pubblica
  • che rendimenti puoi aspettarti da un fondo pensione
  • vincoli: quando è possibile fare riscatti o anticipazioni

Hai trovato interessante l’idea di aderire ad un fondo pensione? La maggior parte degli italiani purtroppo no, e credo che il motivo sia proprio la sua complessità!

Infatti, solo il 26% della forza lavoro sono iscritti attivi!!! Questo vuol dire che 3 lavoratori su 4 non versano contributi e si perdono le importanti agevolazioni fiscali che abbiamo visto insieme.

Fonte: relazione annuale Covip, dati al 31/12/22

I dati degli iscritti sono al netto delle duplicazioni e si riferiscono a tutte le forme pensionistiche complementari, compresi i PIP istituiti precedentemente alla riforma del 2005 e non adeguati al Decreto lgs. 252/2005; essi non comprendono gli individui con meno di 15 anni di età.
Il totale delle forze lavoro è di fonte ISTAT, Rilevazione delle forze lavoro; esso comprende gli occupati e le persone in cerca di occupazione con almeno 15 anni di età. A partire dal 1° Gennaio 2021, la rilevazione delle forze lavoro è stata modificata dall’ISTAT per recepire le indicazioni del Regolamento UE (2019/1700) sulle statistiche europee; ciò ha comportato anche delle relative serie storiche.

E tu sei tra questi? Scrivimi la tua opinione!

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MICHELA RONA
Consulente Patrimoniale | Fideuram - Intesa Sanpaolo Private Banking
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